Tuesday, April 17, 2018

GLI ANIMALI NEL MONDO ANTICO

GLI ANIMALI NEL MONDO ANTICO

Li Causi, Pietro

Il Mulino, 2018

Nell’antico mondo greco-romano, i rapporti fra uomo e animali erano strettissimi: essi popolavano le campagne ai margini delle città e delle villae dei ricchi; venivano allevati, nutriti e ovviamente cacciati e sacrificati. L’allevamento e la compravendita del bestiame era diventata un’attività così importante da comporre una sezione particolare dei trattati sull’agricoltura. La gran parte della carne consumata era di origine sacrificale; l’idea base era che gli animali facessero da intermediari col mondo divino: mangiarne significava condividere un pasto con gli Déi. La divinazione si basava sull’esplorazione delle viscere e sull’osservazione del volo degli uccelli: mezzi per decifrare il volere divino. La caccia rappresentava un’esperienza fondamentale per la formazione del maschio ed era uno dei passatempi preferiti dalle classi più elevate, tanto da divenire genere letterario. Gli animali erano protagonisti anche negli spettacoli delle venationes, nei circhi e negli anfiteatri, ed ancor di più nelle guerre, sia come strumenti da trasporto che da combattimento, negli assalti e come vere e proprie ‘armi biologiche’.

Saturday, March 10, 2018

Ila

Ila, il giovane amato da Eracle e suo compagno nella spedizione degli Argonauti. Durante un approdo nell’Ellesponto egli andò con una brocca ad attingere acqua in un fiume. Lì lo scorsero le Ninfe figlie del fiume, se ne innamorarono vedendolo bello com’era, anzi fiammeggiante di bellezza e di grazie soavi al lume della luna piena che lo guardava dal cielo, come racconta Apollonio Rodio nelle Argonautiche; perciò se lo trascinarono sotto i flutti. Eracle non si diede pace e vagò urlando e facendo risuonare il suo nome fra i boschi; le Ninfe timorose di essere scoperte trasformarono Ila in un’eco. Quando dovette salpare con gli altri eroi, Eracle lasciò Polifemo a continuare le ricerche; inutilmente, «e ancora oggi gli abitanti del luogo sacrificano a Ila presso la fonte e il sacerdote lo chiama tre volte per nome, e per tre volte gli risponde un’eco»

Cerambo

Cerambo era nipote di Poseidone stesso e di una Ninfa. Pascolava le sue molte greggi sui monti suonando bucolicamente uno strumento musicale di sua invenzione, la lira. Perciò le Ninfe gli apparvero e si posero a danzare intorno a lui. Anziché venerarle e godersi lo spettacolo, Cerambo le insultò. Sopraggiunse un inverno freddo, gelarono i torrenti e i prati si coprirono di neve, e Cerambo fu mutato in un miserabile tarlo del legno, nero e con i denti ricurvi; «i fanciulli gli giocano intorno e, dopo avergli tagliato la testa, che, con le sue corna, somiglia alla lira, se la mettono indosso».